25 novembre 2020. Giornata internazionale contro la violenza sulle donne

Sportello Donne Pomezia, con il patrocinio del Comune di Pomezia, lancia la campagna social

Ricorderemo questo 25 novembre come una data eccezionale in un anno eccezionale. La Giornata internazionale contro la violenza sulle donne è un appuntamento importante per chi, come noi, lavora quotidianamente contro la violenza di genere. Anche quest’anno, seppur senza manifestazioni e incontri in presenza, vogliamo esserci e coinvolgere tutta la città di Pomezia: dalle istituzioni alle scuole, dalle associazioni alle/i cittadine/i. Perché – non ci stancheremo mai di dirlo – la violenza contro le donne non è una questione femminile, ma ci riguarda tutte e tutti. E non è neanche un’emergenza, come spesso vogliono farci credere, ma è un fenomeno strutturale, che vive e si alimenta nel quotidiano delle case, dei posti di lavoro, delle strade, dei luoghi di potere, dei media, del web, di ogni spazio pubblico e privato in cui le donne subiscono violenze e discriminazioni.

Sportello Donne Pomezia continua a operare nel territorio, da quasi 8 anni, a sostegno di tutte le donne che scelgono di fare il primo passo per uscire da situazioni di violenza: riconoscerla, raccontarla, chiedere aiuto. E lo ha fatto senza mai fermarsi anche nei mesi più duri della pandemia, quelli del lockdown totale, in cui molte donne costrette in casa con mariti e compagni violenti hanno visto acuirsi gli episodi di violenza domestica senza scorgere una via d’uscita.

E’ la nostra missione stare accanto alle donne, sostenerle, non farle sentire sole. E’ delle donne il lungo percorso personale e politico verso una piena liberazione. Ma è di tutte e tutti il compito di rendere le case e le città posti sicuri e accoglienti, per le donne e quindi per tutti. Il primo passo è dire NO alla violenza sulle donne, a partire da sé.

Scrivi POMEZIA DICE NO ALLA VIOLENZA SULLE DONNE #25N e scatta una foto. Pubblicala sui tuoi social e tagga @SportelloDonnePomezia

Verso la manifestazione contro la violenza sulle donne. Campagna informativa sabato 12 novembre in piazza Indipendenza

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Sportello Donne Pomezia vi aspetta sabato 12 novembre
dalle 10.00 alle 13.00 in piazza Indipendenza

NON UNA DI MENO! LE DONNE SCENDONO IN PIAZZA IL 26 E 27 NOVEMBRE
CONTRO LA
VIOLENZA MASCHILE

“Crediamo fermamente che mettere fine alla violenza maschile contro le donne sia oggi la priorità
di questo Paese e non solo. La mobilitazione del 26 e 27 novembre a Roma è la prima tappa di un
percorso che porterà a un Piano Femminista contro la violenza maschile”.

Una grande manifestazione nazionale per dire di nuovo BASTA alla violenza maschile contro le donne: in occasione della Giornata internazionale contro la violenza, donne, associazioni, collettivi e centri antiviolenza da tutta Italia si ritroveranno a Roma il 26 e 27 novembre prossimi.
Niente bandiere di partito o sindacato, nessuna campagna referendaria, protagoniste solo e soltanto le donne.

“Un terzo delle donne italiane, straniere e migranti, subisce violenza fisica, psicologica, sessuale, spesso fra le mura domestiche e davanti ai propri figli – dichiara la rete italiana #NonUnaDiMeno, promossa da D.i.Re (Donne in rete contro la violenza), la rete romana Io Decido e UDI (Unione Donne in Italia) – Dall’inizio dell’anno oltre 70 donne sono state uccise in Italia per mano di mariti, conviventi o ex. La violenza maschile sulle donne non è un fatto privato, non è un’emergenza ma un fenomeno strutturale e trasversale della nostra società, che attraversa ogni aspetto dell’esistenza, controlla e addomestica i corpi e le vite delle donne: in famiglia, sui luoghi di lavoro, a scuola, all’università, per strada, di notte, di giorno, negli ospedali, sui media, sul web”.

Un fenomeno, quello della violenza maschile contro le donne, per troppo tempo negato dalle istituzioni o affrontato come un problema di ordine pubblico: Adesso basta! è il grido che si alza da più parti nel mondo, come abbiamo visto in questi mesi in Polonia, Argentina, Spagna. La violenza maschile sulle donne può essere affrontata solo con un cambiamento culturale radicale, come insegnano l’esperienza e la pratica del movimento delle donne e dei centri antiviolenza in Italia, che da 30 anni resistono agli attacchi e alla mancanza di risorse per accogliere e accompagnare le donne in percorsi di autonomia e autodeterminazione.

Gli appuntamenti a Roma:
– Manifestazione nazionale: sabato 26 novembre alle ore 14.00 in piazza della Repubblica. Il corteo attraverserà le vie del centro di Roma e terminerà in Piazza San Giovanni.
– Assemblea nazionale: domenica 27 novembre dalle 10, nella scuola elementare Federico Di Donato (via Nino Bixio 83).

Contatti
Sito web: www.nonunadimeno.wordpress.com
Pagina Facebook: Non una di meno
Twitter @nonunadimeno

Violenza di genere, l’incontro a Pomezia

sportelloIn occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, il 29 novembre, presso l’Aula consiliare del Comune di Pomezia, si è svolto un incontro organizzato da Sportello Donne Pomezia per  discutere sul fenomeno della violenza di genere, spesso relegato nella sfera privata, ma che di fatto riguarda tutte e tutti.

Nei saluti di apertura, la vice Sindaco Elisabetta Serra ha sottolineato l’importanza delle attività di Sportello Donne Pomezia: “Con l’attivazione di questo spazio a favore delle donne del territorio, ospitato presso i Servizi sociali,  l’amministrazione ha voluto dare un  sostegno per contrastare la violenza contro le donne, e un input a tutta la cittadinanza perché sviluppi una maggiore consapevolezza della differenza di genere”.

I dati nazionali che emergono sul  femminicidio sono soltanto la punta di un iceberg di un fenomeno molto più complesso, che dall’inizio dell’anno fino ad oggi conta più di 170 vittime. “Ogni due giorni un uomo uccide una donna, ogni 10 delitti, 7 avvengono nell’ambito della famiglia. Nel 2012, le donne ammazzate sono state 157 e nel 2013 sono aumentate del 14%(Rapporto Eures 2013)”, afferma Claudia Bruno, giornalista e operatrice di Sportello Donne che ha condotto i lavori. “Il nostro servizio è attivo dal gennaio 2013, ed ha finora accolto circa 60 donne, 20 delle quali hanno riportato casi di violenza: dal mobbing allo stalking, ma la maggior parte ha subito violenza privata tra le mura domestiche”.

La maggior parte delle violenze sulle donne – fisica, psicologica, sessuale, economica e persecutoria – rimangono nascoste tra le mura domestiche da meccanismi di omertà familiari e sociali. L’avvocata Sabrina Mercuri, consulente di Sportello Donne, ha approfondito alcuni passaggi della recente normativa. “La legge n. 119 del 15 ottobre 2013, meglio conosciuta come legge sul femminicidio, ha introdotto e modificato alcune disposizioni penali e procedurali, in una prospettiva di prevenzione e di contrasto alla violenza contro le donne. La  cosiddetta Convenzione di Istanbul, ratificata dall’ Italia  con L. 77 del 27 giugno 2013, la definisce addirittura come una violazione dei diritti umani, ma spesso viene considerata solo come una ‘cosa privata’”. Alle violenze subite dalle donne assistono di frequente bambini e ragazzi.  “È la cosiddetta violenza ‘assistita’: una violenza che il minore vede, sente e ricorda, e che può alterare  l’equilibrio  psicofisico della sua crescita in modo irreparabile, con tutte le conseguenze che ne possono derivare”, conclude la legale.

Oltre alle leggi e alle manifestazioni, il contrasto alla violenza sulle donne si gioca sul piano culturale, con iniziative rivolte soprattutto ai più giovani, a partire dai banchi di scuola. “Per la Giornata mondiale sui diritti dell’ infanzia, lo scorso mese abbiamo organizzato due eventi a cui hanno partecipato circa 500 alunni dell’ Istituto Comprensivo di Via della Tecnica (scuola dell’infanzia, primaria e medie inferiori) . È previsto anche un incontro con i genitori per il prossimo 10 dicembre. L’educazione alla differenza di genere è stato il fil rouge del nostro intervento, perché crediamo che lavorare per la prevenzione della violenza contro le donne significhi anche intervenire nelle scuole per sensibilizzare i più piccoli al rispetto dell’altro, ma prima ancora al rispetto di se stessi, a prescindere dall’ identità di genere”, sostiene Serena Camillo, psicologa e operatrice dello Sportello.

Necessaria dunque la diffusione di una cultura di genere per educare, prevenire e promuovere  comportamenti responsabili tra i più giovani. “Incontri come questi servono a far prendere coscienza a studenti, ma anche ai docenti, dei ruoli maschile e femminile, che nella nostra  società ci riportano a un cultura che considera  la prevaricazione dell’uomo sulla donna come un elemento possibile di una relazione affettiva”, aggiunge Marina Landolfi, sociologa e operatrice. “Nelle attività, abbiamo stimolato il confronto sull’ identità di genere: essere diversi non significa che ci sia un dominato e un dominatore, ma che ognuno ha le proprie inclinazioni, al di là dei modelli stereotipati che la cultura ci impone”.

Sono inoltre intervenute: Daniela Hondrea (Sportello Immigrazione Pomezia), l’ Associazione ‘Le Mamme di Pomezia’ (Banca del Tempo Pomezia) e Laura Storti, psicanalista, responsabile del Consultorio “Il Cortile”, Casa internazionale delle Donne di Roma che, impegnata da anni in difesa dei diritti delle donne, ha insistito molto sull’intensità e il logorio del lavoro sociale, che non può essere lasciato in mano al volontariato, ma che deve  essere preso in carico dalle istituzioni, con risorse e investimenti concreti per combattere strutturalmente il fenomeno della violenza contro le donne.

“Sulla base di queste premesse – hanno concluso le volontarie di Sportello Donne – riteniamo fondamentale l’impegno del Comune di Pomezia a sostegno di un progetto di ascolto, consulenza e sostegno per le donne del territorio che non può e non deve essere lasciato soltanto alla determinazione e alla passione di soggetti che operano a titolo volontario, e quindi per forza di cose a termine, né tantomeno alla spiccata sensibilità dell’Amministrazione sul tema. Ciò che auspichiamo è che un servizio di questo tipo diventi una struttura permanente dell’Ente, in rete con i soggetti sociali, che possa contare su investimenti concreti in termini di risorse, consulenze, formazione, pubblicizzazione, andando a colmare un vuoto non più derogabile nel territorio”.

In conclusione è stato proiettato il video “Le Donne del Muro Alto”, realizzato dall’associazione Per Ananke con le donne del carcere di Rebibbia.

Il video integrale dell’incontro (a cura di La Voce)